Come IEuD non abbiamo alcun interesse a sostenere una posizione politica a favore o contro la depenalizzazione, legalizzazione o proibizione dell’uso di cannabis. Il nostro lavoro è occuparci di salute e la nostra specialità sono i problemi di addiction in ogni loro livello di gravità e in ogni loro presentazione.
Come la pensiamo su depenalizzazione, legalizzazione e proibizione
Il nostro punto di vista
1.
2.
Ci occupiamo di cannabis con lo stesso atteggiamento con cui ci occupiamo di alcol, sostanza del tutto legale nel nostro Paese e che non pare suscitare grandi passioni politiche, o come ci si può occupare di dipendenza da sesso o da lavoro o da sport. Il nostro presupposto è che molte sostanze e molti stimoli, di per sé del tutto fisiologici come appunto sesso, lavoro o sport, possono attivare comportamenti problematici o dipendenze a prescindere da che cosa ne dice la Legge o la politica, sulla base di meccanismi neurobiologici e psicologici.
3.
Il nostro orizzonte è quello clinico. Il nostro lavoro è occuparci della persona quando si verificano dei problemi e chiederci che cosa e perché sta avvenendo in essa e che cosa si può fare per evitare i danni che ne conseguono e recuperare la migliore condizione possibile di equilibrio e di salute. Anche nel caso della cannabis il nostro atteggiamento è lo stesso: una sostanza psicoattiva può avere effetti diversi su persone diverse che la usano in modi diversi.
4.
Non esiste proibizionismo che eviti l’uso delle droghe illegali (si veda la tabella con i dati dell’uso di cannabis in Italia) e non esiste depenalizzazione o legalizzazione che possa evitare i danni conseguenti all’abuso di droghe (si ricordi che l’alcol è farmacologicamente una droga a tutti gli effetti e che l’alcolismo è una grave problema nel nostro Paese).
5.
Di fatto, prendiamo atto che molte Nazioni si stanno allineando su depenalizzazione o legalizzazione non solo per uso terapeutico, ma anche per uso personale di tipo ricreativo (si veda cartina allegata). Questo quadro mondiale e la posizione dell’Italia in particolare per noi costituisce pragmaticamente solo lo scenario in cui ci dobbiamo muovere per poter agire a favore dei nostri pazienti.
6.
Il nostro approccio pragmatico alle difficoltà delle persone ci ha insegnato a evitare posizioni ideologiche perché, come ha scritto un saggio, “la verità ci sfugge quando cominciamo a vivere sotto una bandiera”.
Il 2 dicembre 2020 i 53 Stati membri della Commission on Narcotic Drugs (CND), l’organo centrale di elaborazione delle politiche sulle droghe delle Nazioni Unite, hanno votato la rimozione dopo ben 59 anni della cannabis dalla Tabella delle sostanze cui si applicano le misure di controllo più restrittive e rigorose al fine di facilitarne lo studio e l’utilizzo per scopi medici. Il CND ha quindi aperto la porta al riconoscimento del potenziale medicinale e terapeutico della cannabis, sebbene il suo uso per scopi non medici e non scientifici continuerà a rimanere illegale.