Secondo gli ultimi dati del Dipartimento per le Politiche Antidroga, in Italia dal 2010 al 2018 il tasso di ricovero droga-correlato relativo ai giovani di età compresa fra i 15 ed i 24 anni è aumentato da 27 a 56 ricoveri ogni 100.000 residenti. Di questi ricoveri l’incidenza della cannabis in termini percentuali è passata dal 9,6% del 2010 al 25,2% del 2018. Questo trend è osservabile anche in altri Paesi quali gli Stati Uniti e l’Inghilterra che registrano un deciso aumento dei giovani che vengono ricoverati in ospedale dopo aver abusato di marijuana.
La grande diffusione del consumo di cannabis da parte dei giovani adulti potrebbe essere responsabile dell’aumento dei casi di psicosi paranoide, una malattia simile alla schizofrenia e depressione, che si sviluppa appunto dall’uso di marijuana.
Adolescenti: più vulnerabili alla cannabis
Gli adolescenti sono particolarmente vulnerabili alla cannabis a causa del loro sviluppo cerebrale; il cervello infatti si sta ancora sviluppando negli anni dell’adolescenza, fino all’età di circa 20 anni. Il Royal College of Psychiatrists ha lanciato un vero e proprio allarme affermando che è in corso “un enorme processo di potatura neurale” con potenziali effetti psicologici nel lungo termine.
La cannabis attualmente in commercio
Il profilo chimico della marijuana attualmente in commercio è estremamente diverso rispetto a quella in circolazione negli anni ’60 ma l’immagine della cannabis come sostanza innocua che può aiutare a rilassarsi è rimasta sostanzialmente intatta e questa confusione viene pericolosamente alimentata dalla scarsa precisione con cui si parla dei diversi cannabinoidi (oltre 100) che si trovano nella pianta della cannabis.
Ad oggi, il contenuto di tetraidrocannabinolo (THC), la principale parte psicoattiva della cannabis, è fino a 100 volte superiore rispetto a soli 25 anni fa e, a dosi elevate, può indurre sintomi psicotici temporanei simili alla schizofrenia come paranoia, deliri, ansia e allucinazioni.
Ripercussioni per gli adolescenti che consumano marijuana regolarmente
I rischi legati a questa comunicazione fuorviante e manipolatoria stanno emergendo in tutta chiarezza in recenti studi condotti negli Stati Uniti anche a seguito della progressiva liberalizzazione della sostanza per uso ricreativo in diversi Stati membri: gli adolescenti che consumano abitualmente marijuana hanno molte più probabilità di subire ripercussioni sulle loro capacità cognitive.
Dati sul consumo di cannabis e alcol
Uno studio osservazionale condotto su oltre 3.800 adolescenti e pubblicato sull’American Journal of Psychiatry ha registrato per quattro anni dati sul consumo di marijuana e alcol abbinandoli a test cognitivi che misuravano la memoria di richiamo, il ragionamento percettivo, l’inibizione e la memoria a breve termine. Lo studio ha concluso che la marijuana ha influito negativamente sulle capacità cognitive a lungo termine degli adolescenti in maniera superiore all’alcol e anche dopo che gli studenti hanno riferito di aver interrotto l’uso di cannabis, la loro funzione cerebrale non è migliorata.